Sabato mattina, per la prima volta, ho preso in mano la macchinetta per tagliarmi i capelli e poi il rasoio per farmi la barba. A dire il vero, ero spaventato. La mano tremava, e mi chiedevo se sarei riuscito a finire senza fare danni o se avrei dovuto fermarmi, arrendermi alla frustrazione. La paura di sbagliare, di non avere più il controllo, mi tratteneva, ma allo stesso tempo qualcosa dentro di me mi spingeva a provarci. Ho respirato a fondo, ho stretto bene la macchinetta e ho iniziato. Con cautela, a piccoli passi, un taglio alla volta. Ogni passata era un sospiro di sollievo, un incoraggiamento a continuare. Quando poi è arrivato il momento del rasoio, ho sentito un nuovo senso di tensione. Sapevo che, con le mani che tremano, ogni mossa sbagliata avrebbe potuto farmi male. Eppure, nonostante la paura, ho deciso di andare avanti. Quando ho finito e mi sono guardato allo specchio, ho visto più di un viso rasato o di un taglio fresco: ho visto una vittoria. Una piccola vittoria contro il Parkinson, contro la paura che mi blocca, contro l’insicurezza che, a volte, prende il sopravvento. Anche se sono solo capelli e barba, per me questo momento ha significato qualcosa di molto più grande. È stata la conferma che posso ancora fare qualcosa per me stesso, anche quando le mani tremano e la paura è lì, in agguato.
Sabato mattina mi sono sentito più forte. Forse la prossima volta avrò ancora paura, ma almeno so che posso farcela.
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