Chiedere aiuto, non è debolezza

All’inizio ero scettico, lo ammetto. Quando mi parlavano di fisioterapia, mi sembrava inutile. Pensavo che il mio corpo dovesse guarire da solo, che bastasse stringere i denti. Poi però ho capito che c’è una differenza tra resistere e prendersi cura di sé. La fisioterapia mi ha aiutato davvero, e ora mi chiedo perché ci ho messo tanto a darle una possibilità. Lo stesso vale per la psicoterapia. Solo che qui la resistenza è più profonda. C’è questa paura di fondo: “Se vado da uno psicologo, significa che sono pazzo?” È una domanda che non dico ad alta voce, ma che mi gira in testa ogni volta che ci penso. Poi mi fermo un attimo e provo a essere onesto con me stesso. Se mi faccio male a una gamba, vado da un fisioterapista. Se sento un peso dentro, se qualcosa mi blocca, mi agita, o mi fa star male, perché non dovrei rivolgermi a chi ha gli strumenti per aiutarmi? Lo psicologo non è lì per giudicarmi, ma per ascoltarmi. Non è lì per dirmi che sono sbagliato, ma per aiutarmi a capirmi. In fondo, chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza. E forse, se riesco a fare pace con quest’idea, posso iniziare a pensare alla psicoterapia non come a una resa, ma come a una scelta di responsabilità verso me stesso.